La protesta dei lavoratori
Il Colosso della moda low-cost ha deciso di chiudere alcuni punti vendita a Milano. I due negozi di Lima e di via Torino, infatti, dopo la quarantena non hanno più riaperto. 70 lavoratori rimangono così in bilico, con poche certezze per il futuro. L’azienda, per scongiurare i licenziamenti, ha proposto il trasferimento fuori la provincia di Milano. Senza passare per un confronto con le organizzazioni sindacali. Per questo motivo, il 9 luglio i lavoratori – sotto le sigle Filcams Milano e UILTuCS Lombardia – hanno deciso di protestare davanti gli uffici di H&M in Largo Augusto 7 a Milano.
“Le OO.SS. e i lavoratori – si legge in una nota – sono consapevoli che la chiusura di due negozi e le conseguenti ricollocazioni comportano sacrifici, tuttavia riteniamo i trasferimenti intimati dall’azienda pretestuosi poiché ricollocare i lavoratori in alcune località non raggiungibili (a titolo esemplificativo e non esaustivo a Novara, Vigevano, Ancona, Desenzano,.. ), avendo tuttavia più di altri 10 negozi su Milano e provincia in cui poter ricollocare il personale, denota una evidente strategia dell’impresa di voler non solo mettere in difficoltà i lavoratori, ma anche come ha fatto finora H&M di non voler mettere gli stessi in condizione di poter tornare a svolgere la propria attività dando loro stabilità.”
Le vendite online
Durante il periodo del lockdown, i negozi d’abbigliamento hanno continuato a vendere attraverso l’e-commerce. Dal 1 dicembre 2019 al 29 febbraio 2020 H&M (a livello globale) ha registrato un incremento delle vendite dell’8% (+ 48% per lo store online). A Marzo, invece, – sempre a livello globale – le vendite sono calate di un 46%.
Foto principale: @itssecondkaki.