Il mondo della letteratura questa mattina si sveglia con una notizia alquanto spiacevole. Michela Murgia, la nota scrittrice, è morta nella notte del 10 agosto 2023. Una delle autrici più influenti e autorevoli della sua generazione ci ha lasciato all’età di 51 anni. Da tempo combatteva con un carcinoma renale al quarto stadio come lei stessa aveva comunicato sui suoi canali social.
Ritiratasi ormai dalla vita pubblica per i suoi problemi di salute, aveva appena sposato il suo attuale marito Lorenzo Terenzi in compagnia di tutti i suoi amici e colleghi in una cerimonia intima.
Alla fine però il tumore ha avuto la meglio e Michela Murgia, grande combattente per i diritti, per le donne e per la giustizia, è morta.
Chi era Michela Murgia
Classe 1972, nasce a Cabras in provincia di Oristano. Prima di esordire come scrittrice la Murgia ha fatto i lavori più svariati, dall’insegnante di religione, alla venditrice di multiproprietà, operatrice fiscale e portiera notturna. Esordisce con Il mondo deve sapere dove mette in luce il mondo sconosciuto dei lavoratori dei call center, dello sfruttamento e della precarietà che si cela in questo settore.
Ma è nel 2009 che ottiene il successo definitivo con il libro, pubblicato da Einaudi, Accabadora, che la lancia nel firmamento delle scrittrici tra le più amate del Paese. Accabadora è una storia che intreccia nella Sardegna degli anni cinquanta i temi dell’eutanasia e dell’adozione. Il romanzo le fa vincere i premi tra i più importanti nel settore letterario, il Dessi, il SuperMondello e infine il Premio Campiello.
Tra le sue opere ricordiamo anche “Presente”, il saggio breve sul femminicidio “L’ho uccisa perché l’amavo (Falso!)”, “Futuro interiore”, “L’inferno è una buona memoria”, il saggio “Istruzioni per diventare fascisti”, “Noi siamo tempesta”, “Stai zitta”, “God save the queer. Catechismo femminista” e infine l’ultimo “Tre ciotole”, entrato subito in testa alle classifiche di vendita.
Autrice prolifica, mamma, amica e da poco moglie. Diversi i saluti di commiato, da Teresa Ciabatti, a Saviano, da Loredana Lipperini alla Mondadori stessa. Un ultimo saluto. Addio Kelleda (Michela in sardo).