Ma lo sapevi che a circa un’ora da Milano si trova Consonno, una cittadina che non molto tempo fa era considerata la Las Vegas della Lombardia? Ebbene si. Del borgo, che un tempo era parte del Ducato di Milano, ora non resta che solitudine e desolazione, il tutto ricoperto da un fitto manto boschivo ad amplificare ancora di più il senso di città fantasma che è diventato.
Ideale per una gita fuori porta no? Un giro a scoprire un paese vuoto, deserto. Ci sono persone appassionate di esplorare luoghi abbandonati dove aleggia un’atmosfera sospesa e misteriosa. Sicuramente troverete natura, silenzio, pace e poco caos visto che le uniche anime sarete voi. Ma proviamo a scoprire qualcosa in più riguardo questa città ora senza vita.
Consonno, la Las Vegas della Lombardia a un’ora da Milano
Siamo vicino a Olginate in provincia di Lecco, vicino al fiume Adda e al Lago di Como. Consonno prima della Seconda Guerra Mondiale contava un numero abbastanza cospicuo di abitanti dopo una serie di varie aggregazioni con diversi comuni. Ma circa un ventennio dopo la Seconda Guerra Mondiale la città si spopolò fino a raggiungere poco più di 50 abitanti.
Rurale e un po’ decentrato Consonno riuscì a sopravvivere grazie alle attività artigianali e alla coltivazione dei campi. Ma la svolta arrivò con l’eccentrico imprenditore milanese Mario Bagno che durante il periodo del grande boom economico italiano era a capo di diversi cantieri per costruire strade e aeroporti su tutto il territorio nazionale. Mise gli occhi su Consonno e gli balenò l’idea di farla diventare un “paese dei balocchi“, principalmente per la sua vicinanza con Milano.
Nel 1962 l’Impresa Bagno, con un atto notarile, si appropriò di tutto il territorio del Borgo, fece costruire una strada di collegamento con Olginate e intraprese una lunga riqualificazione del territorio radendo al suolo ciò che restava della vecchia cittadina, tutto tranne la chiesa di San Maurizio, risalente al XIII secolo, la canonica adiacente e il piccolo cimitero.
Avviati i lavori, in poco tempo sorsero dei ristoranti, una balera, un albergo di lusso, un castello medievale, il famoso “minareto”. Mai sazio il signor Bagno continuò con un campo di calcio, uno di pallacanestro, uno di tennis, uno di bocce, uno di golf, una pista per il pattinaggio, una vasca per il tiro a volo, un luna park e un giardino zoologico.
Oltre a diverse costruzioni con richiami alle più variegate culture, come una pagoda e un trenino panoramico per ammirare tutta la città. Insomma in poco tempo Consonno diventò un vero e proprio parco dei divertimenti che spesso ospitava nei propri locali grandi personaggi della musica e dello spettacolo. Un luogo fiabesco, dove andare per fare festa e divertirsi.
La fine dei sogni e l’oblio
Tutta questa aggressione nel disfare e costruire non portò grandi benefici a livello del territorio compromettendo l’equilibrio idrogeologico. Una prima frana distrusse la strada principale che collegava Consonno al resto del mondo, Mario Bagno non si fece prendere dal panico e la risistemò. Ben presto, nel 1976 un’altra frana distrusse nuovamente tutto annientando definitivamente i sogni dell’imprenditore. Senza più collegamenti l’affluenza di turisti verso Consonno ben presto diminuì.
Mario Bagno ritentò di rilanciare la città costruendo una casa di riposo ma ormai non c’era nulla da fare. La magia si era spenta del tutto e con la morte del medesimo tutto finì con lui.
A dare il colpo di grazie un rave party nel 2007 che danneggiò ulteriormente i vari edifici già per la maggior parte abbandonati anche dagli stessi locali. Negli anni diverse azioni furono prese per riportare in auge Consonno o per lo meno riqualificare la zona ma tutte senza esito. Così la “Las Vegas” della Lombardia tutt’ora giace abbandonata avvolta nel silenzio, memore dei bei tempi andati.
Oggi Consonno è una città fantasma e pericolante con accessi limitati. C’è un’associazione ( Amici di Consonno ) che sta cercando di ridare luce al borgo. Numerose volte è stata location ideale per dei set cinematografici, spezzoni pubblicitari e clip musicali.