In un mondo sempre più frenetico, sempre più competitivo, che va sempre più di fretta o si soccombe o si trova una via d’uscita per sopravvivere. È come hanno fatto gli studenti di una nota università milanese che per trovare una soluzione al peso della vita universitaria talvolta difficile hanno cominciato a trovarsi settimanalmente per lavorare a maglia.
Che il lavoro ai ferri sia terapeutico non è una novità anzi. Diversi sono gli studi scientifici che ne hanno dimostrato la validità come antistress e come una sorta di trattamento per distrarre il malato dal dolore. Lavorare a maglia o a uncinetto è anche un’occasione per socializzare che raccoglie molti appassionati. Non solo le nostre nonne, anzi.
Ricordate il tuffatore britannico Tom Daley? A Tokyo 2021 è ricordato più per il suo sferruzzare che per i tuffi da campione. È un ottimo modo per concentrarsi, rilassarsi e distogliere l’attenzione da qualcosa che magari potrebbe arrecarci ansia o preoccupazione. L’università è fonte di pensieri. Esami, libri enormi da finire, sessioni, tesi da consegnare. Per quanto sia un periodo bellissimo della vita di una persona è anche molto stressante e alcuni studenti hanno pensato di creare queste classi di lavoro a maglia. Geniale come idea non vi pare?
Lavorare a maglia all’università
Ci troviamo in Bicocca dove un nutrito gruppo di studenti ha dato vita a questo laboratorio in cui la partecipazione è completamente libera, e senza competitività. Anzi. Niente merito solo condivisione e good vibes come leggiamo sul blog dell’Università.
I ragazzi si ritrovano una volta la settimana, il martedì dalle dalle 17 alle 20, al primo piano dell’U6 in aula U6-21. Il corso se così si può chiamare è aperto a tutti, anche a coloro che non sanno cosa voglia dire lavorare a maglia. Potrebbe interessarvi?