Il bello di ogni città è l’elemento linguistico che la caratterizza. Sapere un dialetto è come conoscere una lingua vera e propria. Quello che si parla a Milano, Roma, Bari o Catania, si comprende solo da chi è natìo di quel luogo. E da nessun’altra parte. E questi tratti caratteristici sono davvero curiosi. Ma oltre al vernacolo milanés in città proliferano modi di dire, espressioni popolari che potremmo definire slang milanese. Andiamo a scoprire quali sono le più comuni e che saltano più all’orecchio.
Sommario
Schiscia
A Milano non ti porti il pranzo da casa, ti porti la schiscia. O schiscetta. In ufficio si domanda “hai la schiscia oggi?” – “sei schisciato/a?”. La schiscia insomma.
Maranza
Il Maranza è un po’ il tamarro di turno. È un termine usato tra le nuove generazioni soprattutto per indicare, in maniera, ironica i “bulletti di strada”. Sono quel tipo di ragazzi un po’ molesti, rozzi, volgari diciamo, che te li trovi fuori dai club, come l’Hollywood a Milano, a importunare le persone, con la sigaretta, il borsellino di Gucci o Louis Vuitton, gel nei capelli. A Roma si potrebbero definire burini o coatti.
F*ga
Anche questo è un must nello slang milanese. Riconosci un milanese imbruttito se condisce le frasi con un f*ga ogni due per tre. “F*ga ma ce la fai?” lo sentirete tanto, tantissimo. “F*ga che caldo”. F*ga lo si usa per tutto: esprimere stupore, sconcerto, apprezzamento, dubbio, sgomento. Insomma il milanese f*ga lo usa come intercalare sempre e dovunque.
Sbatti
Altro termine tipico dello slang milanese. Sbatti è lo sbattimento, una rottura riguardo una certa situazione che ti pesa svolgere. Che sbatti è frase tipica pronunciata di sovente. “Che sbatti” ho una riunione tra poco” – “Che sbatti c’è coda in tangenziale” – ” Che caldo oggi, mi fa sbatti anche solo uscire di casa”. Espressioni di questo genere. Insomma, una rottura di p*lle.
Bauscia
Immancabile anche bauscia. Il bauscia è quello che se la tira, lo sbruffone, che se la tira. Quello con il macchinone che si dà arie e ostenta status che poi si rivelano un nulla di fatto.
Sciura
Letteralmente significa signora ma la sciura nello slang milanese è quella donna milanese di una certa età economicamente benestante e che vive in centro. La borghese impellicciata con le mani piene di anelli. Elegante e raffinata nell’abbigliamento e nel portamento.
Balzare
Balzare è il marinare la scuola, è il saltare un appuntamento volontariamente e con un certo sollievo. “Domani balzo la prima ora di matematica”, “mi sa che stasera la serata balza”.
Ciumbia
Ciumbia più che slang è proprio un vernacolo dialettale milanese e allude a un‘esclamazione bonaria di solito, del tipo “Accidenti”, “Accipicchia”, “Ma dai”.
Bigiare
Ma la scuola a Milano più che balzare, la si bigia. Bigiare appunto sta per non andare a lezione.
In
A Milano ci si vede IN Duomo, IN Statale, IN Sempione, IN Bocconi. Forse perché tutta Milano è in?
Ci sta
Ci sta lo si usa per accettare un invito o approvare una proposta. “Usciamo a bere un drink stasera?” “Ci sta”. Ci sta è comune anche fuori Milano però è particolarmente usato in città.
Scialla
Scialla è ormai universalmente riconosciuto. Significa che si può stare tranquilli. “Ma si scialla” = stai sereno, non ti preoccupare.
Abbaiare
Abbaiare non è il verso del cane ma allude a qualcuno che parla a vanvera, oppure a scuola qualcuno che pur di cavarsela a un’interrogazione si arrampica sugli specchi.
Versia
La versia al liceo è la versione di greco o latino.
Bella
Bella si usa quando ci si trova d’accordo su qualcosa o anche per salutarsi. Diffuso anche fuori Milano. Esistono pure le versioni Bella lì o Bella zio.
Asciugare
Anche questo termine può trarre in inganno. Asciugare significa annoiare, arrecare fastidio. In maniera più volgare si può anche dire “un’asciugata di c*glioni”.