Il Regolamento di Polizia Urbana di Milano risale agli anni 20 (lo trovate qui con successive modificazioni e integrazioni). Questo documento ha lo scopo di salvaguardare la convivenza civile, favorendo una buona vivibilità. Alcuni divieti, però, possono sembrare assurdi per i tempi odierni, eccone alcuni.
Nella sezione ordine e decoro, Atti contro la decenza, troviamo: “È vietato sdraiarsi in ogni modo alla pubblica vista, mostrare nudità, piaghe o deformità ributtanti“. E le belle giornate di Sole al parco, sdraiati su un telo in compagnia?
Proseguiamo con il nuoto: “È vietato il nuoto fuori dei luoghi destinati e senza costume o mutandine decenti.”
Per quanto riguarda le “operazioni vietate nei luoghi pubblici“, in città è vietato:
- pascere o far pascolare animali, domarli, addestrarli, ungerli, strigliarli, tosarli e ferrarli;
- pulire i veicoli, i finimenti e gli utensili di stalla e rimessa;
- pigiare uva;
- gettare o abbandonare materia in stato di combustione;
- esporre e trasportare ferri taglienti, vetri ed oggetti pericolosi senza le necessarie cautele.
E poi sì alla lingua italiana, no a quelle straniere: “È vietata qualunque esposizione d’insegne, vetrine, cartelli, frontoni, ditte e pubblicità d’ogni specie, senza l’approvazione dell’Autorità Comunale. Le leggende devono essere in corretta lingua italiana. Si può tuttavia aggiungere la traduzione in lingua straniera purché in caratteri meno appariscenti.”
L’art. 42 si riferisce ai cani: “Salvo la facoltà dell’Amministrazione Comunale di dare speciali autorizzazioni in casi eccezionali, l’uso dei cani a scopo di traino è vietato.”
Conoscevate queste regole in città? Ovviamente il regolamento ci aiuta a capire (o a immaginare) come fosse Milano nel 1920. Vi immaginate qualcuno intento a pigiare l’uva in via della Spiga?