O forse primo assassino seriale in assoluto? Visto che agì ancor prima di quello più famoso e conosciuto, Jack lo Squartatore. Che sia il più famoso o meno, una cosa è certa. Milano è stata la città in cui ha vissuto e agito il primo serial killer d’Italia. Era solito nascondersi e agire in via Bagnera, tutt’ora considerata la via più spaventosa della città, oltre che la più stretta.
Forse tra di voi c’è qualcuno che conosce già di chi stiamo parlando. Ma se invece non lo sapete, continuate la lettura. È comunque parte della storia meneghina che deve essere conosciuta. Prima però dobbiamo precisare una cosa. Non era proprio milanese vero. Il primo serial killer d’Italia nasce a Urio, sul Lago di Como. Arriva a Milano per lavoro dove poi vive e uccide le sue vittime.
Chi è il primo serial killer d’Italia
Vi domanderete perché vi raccontiamo queste cose così lugubri sul primo serial killer di Milano? Beh perché non è mica da tutte le città “vantare”, passate il termine, di avere avuto il primo assassino seriale della storia. Forse non è la cosa più bella da narrare o di cui essere fieri. Ma è storia, storia di una città che continua a sorprendere e che regala aneddoti curiosi come questo.
Insomma, l’uomo in questione è nato a Urio sul Lago di Como nel lontano 1799. Da come si evince dalla sentenza del Tribunale di Milano che lo accusò degli omicidi, l’assassino si presentava come un uomo «Di modi calmi, con un’esteriore quasi di bonarietà, esatto osservatore delle pratiche religiose, estraneo, almeno apparentemente, da viziose tendenze.» Un viso d’angelo. Un uomo benevolo, sempre pronto ad aiutare. E invece, era un efferato criminale.
Insomma di chi stiamo parlando, vi chiederete spazientiti. Ora ve lo sveliamo, stiamo parlando di Antonio Boggia. È lui l’omicida seriale, primo in assoluto. Almeno così pare poiché cominciò a uccidere intorno al 1849. Jack lo Squartatore verso il 1888 e Vincenzo Verzeni, un altro celebre serial killer italiano della bergamasca, commise i suoi crimini intorno al 1867. Boggia, secondo la storia, pare cominciare per primo.
“Il mostro di Milano”
Uno dei soprannomi di Boggia oppure “il mostro della Stretta” in riferimento a via Bagnera, dove egli si nascondeva e portava le sue vittime. Ma continuiamo: nasce sul Lago di Como e ben presto si trasferisce a Milano per lavorare come fochista a Palazzo Cusani, sede del comando militare austriaco.
Insospettabile, era ammirato dai vicini per la sua bontà, la sua gentilezza. Un uomo come gli altri, probo. E invece… I primi sospetti cominciano quando Giovanni Murier denuncia la scomparsa della madre Ester Maria Perrocchio, proprietaria dell’immobile di Stretta Bagnera dove risiedeva Boggia. Dopo alcune denunce dei vicini che vedevano Boggia muoversi di notte con sacchi e attrezzatura da muratore, la polizia irruppe nella sua cantina dove trovarono conferma degli omicidi. Qui infatti, murati c’erano i corpi delle vittime di Antonio Boggia, tra cui quello della Perrocchio.
Inoltre i carabinieri trovarono anche delle procure con cui Boggia si faceva intestare tutti i beni delle persone che poi ammazzava. 4 crimini e un tentato omicidio gli furono addossati e per questo venne condannato a morte nel 1862. Fu l’ultima condanna a morte di un civile eseguita a Milano fino alla seconda guerra mondiale.
Lo conoscevate?